Chanel torna a sfilare in Cina, ed è un bene
Quattro anni dopo, la maison francese annuncia l'appuntamento a Shenzhen
Buongiorno! Un caldo benvenuto a tutti i nuovi arrivati, sono davvero felice che continuiamo a crescere insieme in questa community di appassionati di moda e di Cina. Io sono Federica Caiazzo, giornalista di moda (potete leggermi su Vanity Fair, D la Repubblica, Rivista Studio, Donna Moderna) e questa newsletter è nata nel 2021 per mettere insieme la mia laurea in lingua cinese con il mio lavoro (qui potete scoprire tutto del mio percorso). Nota di servizio: in tanti mi avete chiesto come recuperare tutte le newsletter passate. Le trove qui nell’archivio, sempre disponibile in qualsiasi momento :)
Veniamo a noi. Ieri sera si è ufficialmente concluso il Festival del Cinema di Cannes 2023: Vogue Singapore propone un recap dei look più belli delle star asiatiche sul red carpet. Ce ne erano davvero tante, trovate tutto qui. Il mio look preferito? La modella cinese Lina Zhang in Giorgio Armani Privé, un vero sogno.
Chanel e la Cina
Notizia calda di questa settimana è che Chanel sfilerà a Shenzhen, in Cina, il prossimo 2 novembre. La collezione protagonista sarà la Cruise 2023/2024, la stessa già presentata a Los Angeles il 9 maggio. Il senso delle sfilate Cruise - o Resort, sono la stessa cosa - è proprio nel loro essere itineranti, ma qualcuno si starà probabilmente chiedendo come mai sia necessario replicare un fashion show con una collezione già presentata altrove. Qualche appuntamento fa abbiamo parlato di Gucci e Louis Vuitton a Seoul (del perché dell’attenzione al mercato coreano ne scrissi qui su Vanity Fair), ma la necessità di sfilare in due mercati completamente differenti - occidentale uno, orientale l’altro - deriva, come potrete immaginare, da questioni di business. Una sfilata in Cina consente di:
rinsaldare il rapporto col mercato target
fare notizia e quindi avere risonanza
creare sempre più brand awareness
raccontare il savoir faire, sensibilizzare sull’heritage
supportare le vendite
Tutto questo è fondamentale, anche alla luce del fatto che la Cina è uno dei maggiori Paesi produttori di merce contraffatta. Ne parlai nel mio pezzo Tutto Fake sul numero #52 di Rivista Studio: nel 2016, solo tra Cina e Hong Kong è stato prodotto l’85% della merce contraffatta mondiale (fonte: Daxue Consulting). La Cina è pure La Mecca dello shopping contraffatto per i turisti, me lo ricordo bene il Silk Street Market di Pechino, quando l’ho visitato nel 2016: il centro commerciale della contraffazione alla luce del sole. Ad ogni modo, il rapporto di Chanel con la Cina inizia nel 1999, quando la maison francese apre la prima boutique a Pechino. Vi potrà sembrare relativamente tardi, ma è negli anni Novanta che è l’industria della moda cinese ha iniziato a costituirsi: all’epoca in Cina non c’era ancora neppure l’edizione cinese di Vogue (arrivata solo nel 2005), ed ELLE Cina - la prima rivista di moda occidentale che abbia mai debuttato nella Terra del Dragone - era stata lanciata solo nel 1988.
Dico tutto questo per spianare la strada a una riflessione più ampia: il 1988 è stato un anno emblematico anche per la prima sfilata di una casa di moda italiana in Cina. Il primato spettò a Laura Biagiotti, la stilista italiana - che nelle sue collezioni aveva utilizzato il cachemire della Mongolia e le sete di Canton - fu invitata dal governo cinese a tenere il suo fashion show.
Courtesy Laura Biagiotti
Ma torniamo a Chanel. Dopo la prima boutique a Pechino nel 1999, Daxue Consulting conferma che le aperture nel 2013 erano diventate già una decina. Parallelamente, c’è stata tanta sensibilizzazione sul savoir faire e l’heritage del marchio. Il 3 dicembre 2009, Karl Lagerfeld - direttore creativo di Chanel dal 1965 al 2019, anno della sua morte - portò la collezione Pre-Fall 2010 a Shanghai, sul fiume Huangupu e con il distretto di Pudong sullo sfondo.
Fu realizzato per l’occasione anche un cortometraggio, uno dei miei preferiti in assoluto quando si parla di moda e Cina: Paris-Shanghai: a fantasy. Il viaggio immaginario di Coco in Cina.
Nel 2011 la maison ha tenuto una mostra sulla storia di Chanel al National Art Museum of China di Pechino. Nel 2013 invece è stata portata a Shanghai la mostra The little black jacket. Nel 2016, Chanel ha sfilato a Pechino replicando il fashion show della collezione Paris in Rome, la Métiers d'art 2015/2016. Segue il video della sfilata:
Ancora, nel 2017, Chanel ha sfilato a Chengdu con The Modernity of Antiquity, la collezione Cruise 2017/2018. Nel 2019 - quando il profitto tratto dal mercato asiatico ammontava annualmente a 4,2 miliardi di euro, il 19.9% in più rispetto al 2018 - Chanel ha portato a Shanghai la mostra Mademoiselle Privé. Poi, però, è arrivato il Covid. Sommandosi alle proteste di Hong Kong del 2019-2020 che forzarono Chanel a cancellare la sfilata in programma a HK il 6 novembre 2019.
Alla luce di tutto ciò, post-Covid, è un bene per Chanel tornare a sfilare in Cina. Non a Pechino, non a Shanghai, bensì a Shenzhen, la città cinese considerata al pari della Silicon Valley californiana. Città del design, della tecnologia, oggi promettente con una fashion week tutta sua. E che la nuova capitale del lusso in Cina, su cui le case di moda - e Chanel conferma - hanno già iniziato a scommettere.
OFFERTE DI LAVORO
Dopo il #Talk con Serena Schellino, che ci ha svelato come lavorare nella moda in Cina (senza conoscere il cinese), ho pensato potrebbe essere carino qualche volta segnalarvi le posizioni interessanti!
Kering cerca un Corporate Communication Assistant Manager a Shanghai
Gucci cerca un Marketing Regional Liaisons Specialist per la Cina, a Milano
SAINT LAURENT cerca un Senior Communication Executive a Shanghai
Sempre SAINT LAURENT cerca uno Store Director a Sanya, Hainan
Grazie per avermi letta anche oggi. Se questa newsletter ti piace e desideri supportarla, passa alla versione premium. Alla prossima domenica!
Federica