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Ben ritrovati, qual è il vostro Ikigai?

Il mahjong di Ferragamo, la campagna di Bottega Veneta e la collab di Victoria's Secret con Rui Zhou: di come gli scopi cambino a seconda della brand identity

Ben ritrovati, come state? Sono rimasta piacevolemente sorpresa quando, quest’estate, avete continuato a iscrivervi in molti a Moda in China. Nel mese di agosto ho tenuto in pausa gli abbonamenti premium, chi di voi ne ha uno vedrà la propria sottoscrizione prolungata di un mese in più. Ai nuovi arrivati invece dico grazie, grazie della fiducia e soprattutto benvenuti. Chi sono, in breve: mi chiamo Federica Caiazzo e lavoro come giornalista di moda. Questa newsletter è nata nel 2021 rispolverando la mia laurea in lingua cinese, trasformata in qualcosa di concreto per la mia professione. Qui, in questa community, provo a raccontare la Cina di oggi e di ieri attraverso la moda e il mondo del lusso.


Una riflessione sull’Ikigai, e del senso di questa newsletter

In questo spazio non solo solita condividere riflessioni personali off-topic, ma la pausa estiva mi ha dato modo di fare un bilancio. Mi scusino i nuovi arrivati: in genere andiamo sempre dritti all’osso, ma settembre è sempre il momento in cui si stila una nuova lista di buoni propositi. Il mio è Ikigai: avete mai sentito questo termine? È una parola giapponese che indica la "propria ragione d'essere e di esistere". Ikigai è lo scopo. Quest’estate, mentre leggevo Succede sempre qualcosa di meraviglioso di Gianluca Gotto (avevo pure Anna di Amy Odell in valigia, btw), mi sono trovata a riflettere spesso sul concetto di Ikigai. Chi di voi mi conosce bene sa quanto la mia vita oscilli tra i ritmi folli e incalzanti della giostra della moda e quelli - ricercati, bramati, sacri, insostituibili - del mio amore per lo yoga e la meditazione. Come dice la mia bio su Instagram, “Scrivo di moda ma resto zen”. O almeno ci provo e gli dò priorità, dopo aver provato sulla mia pelle, alcuni anni fa, il gusto amaro del burn out. Ma perché sto dicendo questo? Se nella sfera privata ho senz’altro identificato il mio Ikigai (che nulla ha a che fare con la mia professione), ho provato comunque a identificarne uno nel mio lavoro editoriale quotidiano. Arrivando così a chiedermi quale potesse essere l’Ikigai di questo progetto. Insomma, perché mandarvi una newsletter nel mare magnum di informazioni che già vi bombardano costantemente dappertutto?

Ad oggi, io sento che questa newsletter ha ancora uno scopo, che è colmare sempre di più quel gap geografico, culturale e comunicativo nelle rispettive fashion industry di Europa e Cina, di Italia e Cina. È però un momento complesso per l’editoria: i giornali chiudono, i giornalisti vengono esuberati, le grandi case editrici pianificano contenuti globali sindacandoli tra i vari Paesi su cui distribuiscono, si va a caccia dei trend topic scritti in ottica SEO (anche a scapito degli approfondimenti culturali che il più delle volte non fanno traffico). E tutto questo ovviamente scoraggia molto i giornalisti, categoria alla quale appartengo anche io e che posso confermare essere sempre più corteggiata dai marchi di lusso che cercano persone che sappiano scrivere bene (o con una visione creativa) all’interno dei propri team. Insomma, la carta piange ma il digitale accelera, ma quand’è che si è smesso di acquistare le riviste, e perché? Non ditemi che è una questione di tempo: dove stiamo correndo? Perché si è perso il gusto di sfogliare una bella rivista, leggerne gli approfondimenti? Davanti a questa domanda ritrovo il senso di questa newsletter: approfondimenti, appunto. È per questo che, se in un primo momento avevo pensato che un giorno sarei riuscita ad arrivare nella vostra posta ogni domenica, ho deciso che 2 volte al mese va più che bene (per ora, sì). Anche il #Talk mensile per i lettori premium resterà, un appuntamento che sta dando forma sempre di più a questa community. E parlando di Ikigai voglio aggiungere una specifica importante: questo è un progetto editoriale nato dal desiderio di condividere, non di guadagno. Sono però immensamente grata ai lettori che supportano il mio lavoro e questa pubblicazione con l’abbonamento premium. Perché è del mio lavoro che si tratta, non solo piacere di condividere: dietro ogni newsletter che ci ricevete, ci sono ore di ricerca, lettura, scrittura, editing. Lo so, in Italia non siamo ancora abituati a concepire l’informazione online come un qualcosa per cui pagare, ma i grandi quotidiani - penso a Repubblica, con cui collaboro, e a Corriere - stanno dando prova del fatto che gli abbonamenti online hanno diritto di esistere perché l’informazione sia di qualità. Più dei giornali che hanno investitori e inserzionisti, pensate quanto ancor più diritto ha di esistere il fenomeno delle newsletter indipendenti. A questo proposito, voglio salutarne e soprattutto ringraziarne una, che è La moda, il sabato mattina di

e che da ieri ha annunciato - per ora - lo stop della pubblicazione. Federica è stata una delle prime professioniste del settore a cui inviai l’appuntamento #1, quello esordiente, di Moda in China (ne benedisse l’inizio ❤️). Mi lanciai in questa avventura tra moda e Cina, ispirata dal fenomeno newsletter che lei mi aveva fatto scoprire. Tuttavia, l’Ikigai è un concetto profondamente intimo e personale, certe scelte vanno rispettate (anche se intristisce pensare di non leggere più una penna stimata).

Dopo questa riflessione sul futuro e lo scopo dell’editoria, mettiamoci al lavoro. E se pensate che oggi sia il momento propizio, l’abbonamento premium per supportare questo progetto ve lo lascio momentaneamente in promo al 30% di sconto (€3,5 al mese oppure €35 per un anno).

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Di come lo scopo cambi, a seconda della strategia

Riprendiamo il filo: dopo un’estate all’insegna del Barbiecore anche in Cina, agosto ha visto le celebrazioni del Qixi Festival, il San Valentino cinese (un po’ di dati su Daxue Consulting per conoscere meglio le abitudini di acquisto durante questa festività). Avrete notato in apertura il video della campagna che Ferragamo ha creato per l’occasione: guardatelo, è bellissimo, ed è la mia campagna preferita perché ha toccato le mie corde emotive e i ricordi che ho degli anziani signori che nei parchi di Pechino giocavano a mahjong. L’ho preferita anche alle campagne di Valentino, Prada e Balenciaga (le trovate tutte e tre qui su Jing Daily). E la borsa focus della campagna è da perderci la testa, con l’ideogramma ài 爱 (amore) stampato lateralmente insieme al numero 22 (il Qixi Festival quest’anno è caduto sul 22 agosto, e poi il numero 2 in cinese si pronuncia èr che ricorda vagamente ài di “amore”).

In Cina l’arte del dono in occasioni simili è un vero e proprio rituale, che abbraccia non solo le coppie, ma anche madri, amiche e chiunque si associ al concetto di amore. Su le mani anche per Bottega Veneta: dopo aver già proposto il concetto lo scorso anno, anche stavolta il brand è riuscito a proporre una rappresentazione dell’amore LGBTQ+ “con caratteristiche cinesi” (cioé non esplicite, essendo - ahimè - il tema un tabù in Cina). A differenza di Ferragamo, credo che qui il prodotto sia poco visibile e valorizzato, ma è evidente che lo scopo di Bottega Veneta è qui raccontare una storia, sintetizzata dal brand con l’espressione yī lù xiàng nǐ 一路向你, “una strada verso te”. Una celebrazione dell’amore, punto.

E poi questa campagna è piaciuta anche a Style.com, ho la sensazione che qualcuno non abbia dormito la notte per scoprire il finale :D

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A proposito di scopi e missioni, abbiamo parlato spesso di localizzazione dei contenuti e dei prodotti, ma è chiaro che i marchi occidentali stiano guardando alle collaborazioni con i brand emergenti cinesi per farsi strada e visibilità in Cina. Crocs ha collaborato con la designer Feng Chen Wang, con tanto di pop-up a Shanghai:

A post shared by @moda.inchina

Ma trovo che la più curiosa da segnalarvi sia quella di Victoria’s Secret X RUI-built, brand fondato da Rui Zhou nonché nome vincitore del Karl Lagerfeld Prize al Premio LVMH 2021. Scelta interessante per un marchio di lingerie come Victoria’s Secret: ora l’intimo sexy è appealing in Cina?

Una fetta di mercato che è sicuramente tutta da scoprire, e alla quale probabilmente il brand di lingerie guarda con l’acquolina in bocca. Dopo una lunga assenza dalle passerelle (ricordate la lunga diatriba sul body shaming e lo show annullato nel 2018?), Victoria’s Secret ha annunciato l’arrivo di uno show cinematografico disponibile in streaming su Prime Video dal 26 settembre. Mi aspetto di trovarci anche la modella cinese He Sui, volto della campagna scattata con RUI-built.

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Con oggi è tutto, raccogliamo ancora un po’ le energie prima della partenza delle fashion week, avremo come sempre un bel po’ da analizzare attraverso queste lente. Lo scorso febbraio, dopo la settimana della moda di Milano, ci siamo spesi su un recap bello denso di informazioni. E non dimentichiamo che dalla scorsa MFW - ahimè ci si è trovata in mezzo la sfilata Gucci che colpe non ne ha - è emersa la questione del bamboo ceiling, che vi invito a rispolverare. Aspettiamo le prossime sfilate per vedere cosa succederà.

Buona domenica e grazie per avermi letta anche oggi,

Federica

Moda in China, di Federica Caiazzo
Moda in China, di Federica Caiazzo
Autori
Federica Caiazzo