La "qualità intellettuale" di Prada nel dna di Shanghai
Di come la storia di Shanghai dagli anni Trenta a oggi abbia posto le basi per un dna con cui anche le grandi maison interagiscono
Qualità estetiche e qualità intellettuali. Valgono per i brand, ma anche per i cluster sociali, comunità a cui sentiamo di appartenere per valori, codici e linguaggi. Le qualità estetiche e intellettuali valgono pure per le città. Questa riflessione che condivido in newsletter oggi nasce da un pezzo interessantissimo che vi invito a leggere: Un viaggio dentro il multiverso di Prada, il racconto di Silvia Schirinzi - Fashion Director di Rivista Studio - dalla mostra Pradasphere II a Shanghai, in Cina, dove è stata non solo per visitare la mostra ma anche per intervistare i codirettori creativi Miuccia Prada e Raf Simons.
Ricordo quando per un periodo non si è parlato altro che di Aranya, considerato il nuovo place-to-be della moda in Cina. Profumava di novità, eppure la moda non ha mai smesso di puntare su Shanghai. Maison Prada compresa, che nel 2021 proprio in questa città ha proposto la (doppia) sfilata in diretta Milano-Shanghai Synchronic Views: durante i due fashion show in contemporanea, due audience su due fusi orari interagirono attraverso grandi maxi schermi in due diverse città. Oggi, del perché Prada abbia scelto Shanghai per il secondo capitolo della mostra che esplora la storia del marchio, Silvia Schirinzi scrive così su Rivista Studio:
Lo spiega il Ceo di Prada Gianfranco D’Attis: operazioni come quelle di Pradashpere II sono guidati dalla «sostanza unica» che caratterizza il Dna di Prada, oggi a tutti gli effetti un mega-brand con ambizioni altissime che riesce però a tenersi in delicatissimo equilibro tra il suo lato più pop (come il Caffè brandizzato, già un successo a Londra che immaginiamo sarà replicato qui a Shanghai) e quello più culturalmente impegnato. Forse perché l’approccio è sempre lo stesso, e cioè quell’educata sprezzatura, se così la si può chiamare, dei suoi co-direttori, che non parlano mai di qualità del prodotto né hanno voluto inserire pubblicità del marchio nella retrospettiva nonostante molte delle pubblicità di Prada abbiano di fatto segnato la moda contemporanea, come fa notare Angelo Flaccavento durante l’intervista dedicata a noi italiani. Come ha detto Raf Simons, però, «Quando pensiamo alla qualità di Prada pensiamo alla sua qualità intellettuale, che ovviamente include quella materiale. È quella la parte importante».
Foto courtesy Prada
Parte da qui la mia riflessione: in che modo la qualità intellettuale di Prada sposa il dna di Shanghai? Cos’è che rende la stessa Shanghai una città perfetta per esprimere la qualità intellettuale di Prada? La stratificazione storica e sociale ha fatto sì che Shanghai acquisisse, nel corso delle decadi, un dna tutto suo, che nessuna altra città ha. La studiosa Barbara Miller ne parla in un suo contributo per il libro The quest for gentility in China. Negotiations between gender and class, in cui spiega che già a partire dal 1930, Shanghai si trasformò in…