New York New York, Shanghai Shanghai
Dal terrazzo di Anna Delvey a una nuova location esclusiva, la stilista cinese Shao Yang porta in passerella a New York la Shanghai degli anni '30
Non è scontato, per un brand cinese, sapersi raccontare all’occidente. È per questo che ho esclamato WOW tra me e me, quando ho letto che la nuova collezione Autunno-Inverno 2025/2026 di Shao New York si ispira alla “Parigi dell’Asia”. Ovvero, la Shanghai degli anni ‘30 (fotogramma della storia della moda cinese che io ho mooooolto a cuore 🫶).
Chi ricorda Shao New York? Fondata da Shao Yang, la casa di moda ha fatto scalpore quando nel settembre 2023 sfilò a NY sul terrazzo di Anna Delvey, pseudonimo della presunta ricca ereditiera Anna Sorokin anche soprannominata la «truffatrice di Soho» (sì, sua è la storia che abbiamo visto nella serie TV Netflix Inventing Anna). Ad ogni modo, questa stagione il brand cinese ha sfilato in un altro place-to-be per appassionati di Cina: il ristorante House of the Red Pearl, al secondo piano del Tin Building nella Grande Mela. Se volete un assaggio dell’atmosfera dell’House of Red Pearl, non perdetevi questo reel di sotto (corriamo tutti a New York?).
1930's Shanghai: Paris of the East, New York of the West
Ma veniamo alla sfilata di Shao New York. Chiamata 1930's Shanghai: Paris of the East, New York of the West, la collezione Autunno-Inverno 2025/2026 si ispira all'età d'oro della storia della moda di Shanghai: gli anni Trenta rappresentano infatti le fondamenta del glamour cosmopolita cinese. Dei capi ho apprezzato la fusione dell’attitudine urban dello streetwear newyorkese con i codici stilistici della cultura cinese: una fusione perfetta. Una narrazione audace che celebra l’incontro culturale, la fluidità di genere e quel pizzico di eleganza senza tempo che non guasta mai. Da notare anche il cast: Shao New York ha scelto un cast di modelli esclusivamente AAPI (Asian Pacific Americans).
"Ogni pezzo della collezione è stato progettato per mostrare il delicato equilibrio e la tensione tra tradizione e ribellione, correttezza e pericolo, sensazioni che risuonavano con il mood della Shanghai degli anni '30", ha spiegato la direttrice creativa Shao Yang.
Shao New York Autunno-Inverno 2025/2026. Foto courtesy press office
Shao New York Autunno-Inverno 2025/2026. Foto courtesy press office
Le pubblicità cinesi degli anni ‘30, un dettaglio distintivo
Ma parliamo del dettaglio più interessante della collezione: non avendo trovato alcuna spiegazione nel comunicato stampa (da giornalista non mi capaciterò mai del perché dettagli così fondamentali non vengano mai specificati nei comunicati!), mi sono servita di Google Images e ho scoperto che le stampe protagoniste arrivano da vecchie pubblicità cinesi degli anni Trenta.
A dare il via al fil rouge di questi poster cinesi anni Trenta era stato già l’invito alla sfilata a New York (alla quale capirete che per motivi logistici - vivo a Milano! - non sono andata 🙃 ).
L’invito della sfilata Shao New York Autunno-Inverno 2025/2026. Foto courtesy press office
La stampa proposta sull’invito si è ovviamente palesata durante il fashion show, insieme ad altre interessantissime cartoline, tutte della Shanghai degli anni Trenta. Ciò che ho scoperto - e lo troverete nella foto più sotto - è che la cartolina utilizzata per l’invito è stata nient’altro che la pubblicità di un farmaco venduto in Cina negli anni Trenta. Sia benedetto Google Images, che ha soddisfatto la mia (e la nostra) curiosità!
Shao New York Autunno-Inverno 2025/2026. Foto courtesy press office
Shao New York Autunno-Inverno 2025/2026. Foto courtesy press office
Courtesy: Fine Art America
A proposito della Shanghai degli anni ‘30
Il buon gusto è sempre stato parte delle donne di Shanghai prima ancora che nel 1949 venisse fondata la Repubblica Popolare Cinese. Lo dimostrò proprio l'editoria di moda, sempre figlia del suo tempo: il primo giornale commerciale cinese pensato per un pubblico femminile fu funü shíbào 婦女時報, pubblicato dal 1911 al 1917 a Shanghai. Fu un giornale per poche: all’epoca, i differenti gradi di istruzione femminile non permisero alle donne un approccio omogeneo all’editoria. Il direttore di funü shíbào 婦女時報, Bao Tianxiao包天笑 (1876-1973), era consapevole del basso grado di istruzione della maggioranza delle donne cinesi e, sebbene il suo intento fosse istruire ed intrattenere le donne che fino ad allora erano state escluse dalla letteratura, il complesso stile di scrittura del giornale fu leggibile solo alle classi elitarie. Poi fu la volta del settimanale línglóng 玲瓏, titolo che tradurrei come “Raffinatezza”: la testata ebbe grande importanza tra i giornali femminili del periodo repubblicano (1911-1949).
A partire dal 1930, Shanghai si trasformò in una metropoli cosmopolita, nonché la quinta città più grande al mondo. Questa presenza straniera fu motivata dagli insediamenti internazionali di britannici e statunitensi, così come dalla concessione francese (1843-1946), che favorì lo sviluppo in città di banche, appartamenti di lusso, locali notturni e club. Questo clima di modernità non poté che avere influenza sull’editoria femminile e sulla reputazione di Shanghai: la città cinese era diventata finalmente conosciuta a livello internazionale come la “Parigi dell’Asia”. ❤️
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Per oggi è tutto, a domenica prossima! ❤️
Shanghai mia seconda casa 🥹 grazie per questo pezzo di storia ❤️