Ma quante sono le fashion week in Cina?
E soprattutto, come fa la Shanghai Fashion Week a mantenere la sua rilevanza?
Shanghai Fashion Week, Beijing Fashion Week, Shenzhen Milan Lifestyle Week: le fashion week stanno diventando tante, ognuna con la propria identità e missione. Mi sono chiesta se non fosse allora il caso di provare a fare il punto, anche in relazione al compito svolto dall’Italia in relazione a ciascuna. E in effetti, qualcosa che le differenzia c’è.
La prima domanda che mi sono posta, a monte di tutto ciò, è stata:
Come fa la Shanghai Fashion Week a mantenere la sua rilevanza?
È l’appuntamento internazionale più frequentato, e anche il più ambito dai designer cinesi grazie anche alla presenza di Labelhood, l’incubatore di talenti di cui ho spesso intervistato i portavoce su VOGUE. La Shanghai Fashion Week sta diventando sempre più autorevole, è quella seguita e monitorata dalla stampa internazionale a caccia di nuovi talenti e soprattutto è un terreno fertile simbolo della vera creatività Made in China. Certo, nell’ultima stagione non sono mancate le “marchette”: penso all’iniziativa di Disney China che, per celebrare i 30 anni di Toy Story, ha chiesto a 10 brand cinesi di portare in passerella delle collezioni ispirate ai personaggi del cartone animato. Insomma, un’idea non del tutto genuina e che è stata traghettata in passerella dal marketing (è stato aperto anche un negozio - il primo che la Cina abbia mai avuto - a tema Toy Story).
Fonte foto: China Daily
Quello che ho trovato interessante in questa edizione da poco conclusa della Shanghai Fashion Week - che si è tenuta dal 25 marzo al 1° aprile - è però il modo in cui i designer cinesi abbiamo cominciato a separarsi, ognuno a modo proprio, dalla sfilata convenzionale realizzata con le sole uscite dei look. C'è stato un fashion moment con un robot, molto in stile Coperni (chi di voi lo ricorda? Ne scrissi qui, su Vanity Fair). È stato persino portato un cammello vero in passerella, ovviamente criticato per ragioni animaliste e di appropriazione culturale. Così come anche un cavallo, che forse a qualcuno ha sbloccato il ricordo di Charlotte Casiraghi in sella a Parigi, da Chanel. Mentre la Shanghai Fashion Week procede in questa direzione (creativa), altro accade invece a Pechino: la Beijing Fashion Week sembra infatti avere un focus più istituzionale e politico. D’altronde, Pechino è pur sempre la capitale.
Courtesy Shanghai Fashion Week
Il legame tra Italia e Cina alla Beijing Fashion Week
La Beijing Fashion Week (北京时装周 Beijing Shizhuangzhou) si è svolta dal 19 al 24 marzo, sotto la gestione della China Fashion Designers Association e l’organizzazione congiunta del Ministero della Cultura e del Turismo della Repubblica Popolare Cinese e del Governo Municipale di Pechino. Questa edizione, intitolata Rise of the Orient, ha coinvolto anche Italy China Council Foundation, progetto che ha ricevuto il patrocinio dell’Ufficio Culturale dell’Ambasciata d’Italia. Come è stato snocciolato? Il 22 marzo si è tenuto un forum presso la nuova sede della ICCF Academy, a cui la sera seguente ha fatto seguito una sfilata delle creazioni realizzate da circa trenta designer cinesi formatisi in Italia attraverso Future Moda, progetto che offre agli stilisti emergenti l'opportunità di presentare le proprie creazioni sia in Cina che in Italia. L’iniziativa si rivolge in particolare agli studenti cinesi che, dopo aver frequentato i programmi Marco Polo & Turandot presso l’Academy, proseguono i loro studi e la loro carriera nel design a Milano. “La formazione culturale e linguistica nel settore del fashion è alla base di questo progetto rivolto ai nostri studenti – ha spiegato Mario Boselli, Presidente ICCF. - L’obiettivo non è solo quella di fornire loro una approfondita conoscenza della creatività Made in Italy, ma è anche quello di aiutarli a dare visibilità alle loro creazioni, attraverso una piattaforma che unisce Italia e Cina nel segno universale della moda”.
Intanto a Milano, un ponte con Shenzhen
Fino al 21 aprile, a Milano (presso il Complesso espositivo di San Vittore e Dei 40 Martiri in viale Lucania 18), è aperta al pubblico la mostra Il Gusto dei Medici e il Dialogo sulla Tecnologia, promossa dalla Hui Foundation in collaborazione con la Shenzhen Industrial Design Professional Association e il Distretto di Longhua. Una celebrazione del dialogo culturale tra Italia e Cina attraverso un'esperienza immersiva che fonde arte, design e innovazione tecnologica, arricchita da installazioni interattive e dalla presenza di un robot umanoide. A fare da cornice alla mostra, curata da Giacomo Santucci (Ex CEO di Gucci) e prodotta da YNT Museum, è la Shenzhen Milan lifestyle week nata nel 2024 per rafforzare proprio il legame tra Italia e Cina.
Courtesy Press Office
Courtesy Press Office
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