Sapevo che prima o poi saremmo arrivati a parlare di questo, e la meravigliosa sfilata in pompa magna con cui Dolce & Gabbana ha presentato la sua nuova collezione Alta Moda a Venezia (evviva, la moda è finalmente ripartita dopo quasi due anni di sfilate digitali) mi ha dato l’assist. Anzi, in realtà è stato il titolo di una fonte autorevole che annuncia così: “Dolce & Gabbana è ora irrilevante per la Cina”.
“Chopsticks?!? Really?!?”
Dello scandalo Dolce & Gabbana in Cina si è detto tanto. Se già sapete, andate al paragrafo successivo. Ma, a chi di voi non ha la minima idea di cosa sia accaduto, vorrei dare un po’ di contesto. Il 18 novembre 2019, il marchio ha pubblicato sul suo profilo Weibo (equivalente cinese di Twitter, che invece è censurato) un post con cui annunciava l’imminente sfilata a Shanghai in data 21 novembre. Una sfilata che, alla fine, non si è mai tenuta perché cancellata dal Dipartimento della Cultura e del Turismo cinese. Nel video del post, con tanto di hashtag #DGLovesChina e #DGTheGreatShow, una meravigliosa donna cinese in abito di paillettes rosse provava a mangiare pizza, pasta e cannoli senza riuscirci. Come avrebbe potuto? Stava usando le bacchette. E poi, al momento del cannolo, una voce maschile fuoricampo: “È troppo grosso per te?”. Epic fail.
Premessa: della delicatezza con cui approcciare il mercato cinese se hai un'azienda, ne parla molto il podcast 15 Minuti di Cina. C'è persino una puntata dedicata al Made in Italy. Solo perché una strategia di comunicazione è giusta in Italia non significa che possa funzionare anche con altre culture. Ergo, i cinesi hanno reagito alla campagna pubblicitaria definendola razzista e irrispettosa. Dolce & Gabbana ha cancellato il post da Weibo, ma non è bastato: #BoycottDolce era già diventato l’hashtag più virale. “Questa campagna non è #DGLovesChina – avrebbe scritto un utente, stando a jingdaily.com, - è #DGLovesChina Renminbi (la moneta nazionale della RPC, ndr)”.
Poi, però, ci si è messo pure Stefano Gabbana. Che invece di preferire il silenzio stampa e lasciar agire chi avrebbe potuto rappresentarlo, avrebbe messo il dito nella piaga spuntandosela con Diet Prada, il celebre profilo social di inchieste e denunce. Che, ovviamente, ha denunciato in questo post un privatissimo scambio di battute in cui Stefano Gabbana ha definito la Cina come "un paese di...". Epic fail.
Non sapendo più cosa fare e come rimediare, la casa di moda ha annunciato hackeraggio. Fatto sta che oggi Stefano Gabbana non è più sui social. Epic fail.
Venezia, due anni dopo.
Domenico Dolce e Stefano Gabbana hanno presentato a Venezia la loro collezione Alta Moda. Il parterre di ospiti era eccezionale (c’era pure JLo) e ricco di rappresentanti della black community. Ma non inclusivo abbastanza, perché non c’erano i cinesi. Secondo la fonte, se ne sarebbe accorto anche Louis Pisano – giornalista di Harper’s Bazaar e rappresentante della black community – che avrebbe fatto presente l’assenza di cinesi anche sui social media (io non ho fatto in tempo a guardare le sue IG stories, sorry). La rappresentazione asiatica, comunque, è stata portata in passerella. C'era infatti la modella coreana Hyunser Park.
"Dolce & Gabbana è "irrilevante" per la Cina
“Con una tale mancanza di rappresentazione e un tale gap di influencer cinesi – spiega Gemma A. Williams su jingdaily.com, non è poi questa gran sorpresa scoprire che la sfilata Alta Moda di Dolce & Gabbana non abbia attecchito sui titoli delle testate cinesi”.
“In questo contesto – prosegue jingdaily.com, - non c'è spazio per l'ostentato lascito di Dolce & Gabbana. I cinesi hanno reagito con rabbia dopo lo scandalo, ma gli affari dell’azienda in Cina sono calati ancor di più a picco nel 2021”. Complice, secondo la fonte, il fatto che la cantante Karen Mok abbia indossato Dolce & Gabbana in un suo video musicale lo scorso gennaio. A partire da marzo, Dolce & Gabbana ha iniziato a chiudere negozi in Cina. A luglio, la sua donazione di 1 milione di RMB all'antica provincia di Henan non è riuscita ad avere un impatto positivo – a differenza di contributi simili di Burberry e Prada – e persino la sua pubblicità comparsa ad agosto sul social media cinese Little Red Book ha provocato proteste. Di recente, l'odio collettivo verso il duo di designer ha fatto sì che qualsiasi prodotto vantato online venisse preso di mira”.
Ma stavolta non è andata così. Stavolta la Cina è rimasta silente. Niente ospiti cinesi? Niente copertura mediatica. “Quest'ultima non-reazione indica qualcosa di molto peggio: gli acquirenti cinesi sono andati avanti. Semplicemente, non gli importa più. Dolce & Gabbana ora ha su questa terra un destino di gran lunga peggiore dell’essere odiato: l'irrilevanza”.
THE SEPTEMBER ISSUE
🌸 Margaret Zhang, la nuova direttrice (27enne) di VOGUE China scelta e benedetta da Anna Wintour, ha presentato il suo September Issue. Che è anche il suo primo numero, dopo l'era di Angelica Cheung che è stata la prima storica direttrice con cui la testata ha debuttato in Cina (vi ho parlato anche di lei, qui). Condé Nast ha chiesto a ciascuna edizione di interpretare il tema New Beginnings, e questa la proposta della Cina.
Food for thought
Volevo che qualcuno mi aiutasse a spiegarvi in modo semplice e fresco la Cina di oggi attraverso i 100 anni del Partito Comunista Cinese. Così, ho chiesto al sinologo e giornalista Simone Pieranni di fare due chiacchiere insieme sul profilo di Cosmopolitan. Qui c'è l'intervista. Non vi annoierete!
Highsnobiety.com ha ricostruito una casistica di razzismo e omofobia. Sadly, l'oggetto dello studio è di nuovo Dolce & Gabbana. Qui.